Cristina Galbiati & Ilija Luginbühl
Eutopia
Le storie della Terra hanno cambiato di natura e di scala: non scriviamo storie per raccontare la creazione o il corso del mondo, ma per scongiurarne la fine.
Book is a Book is a Book
Ts'ui Pen avrà detto qualche volta: “Mi ritiro a scrivere un libro”. E qualche altra volta: “Mi ritiro a costruire un labirinto”. Tutti pensarono a due opere; nessuno pensò che libro e labirinto fossero una cosa sola.
Twilight
Coreografia per la luce che muore
Sights
Abbiamo incontrato delle persone cieche. Alcune sono cieche dalla nascita, altre hanno perso la vista nel corso del tempo. Abbiamo chiesto loro di raccontarci come vedono

B
Percorso sonoro a stanze attorno alla fiaba di Biancaneve

.h.g.
Installazione in 9 stanze, un prologo e un epilogo

B
Trickster-p — Projects — B
Seconda tappa di una trilogia dedicata alla fiaba, B nasce come rilettura della fiaba classica di Biancaneve ed è il frutto di una ricerca incentrata sulla contaminazione tra diversi linguaggi.
Come già .h.g. – dedicata alla fiaba di Hänsel e Gretel – B si sviluppa come un’installazione a stanze in cui lo spettatore è invitato a percorrere lo spazio in solitudine accompagnato da auricolari; ma se Hänsel e Gretel era la fiaba dell’infanzia, Biancaneve è la fiaba del passaggio dall’infanzia all’età adulta in cui la brutalità infantile della strega antropofaga lascia spazio alla lacerazione e alla solitudine.
Come in un sogno ricorrente dai contorni indefiniti, Biancaneve vive in una sorta di mondo sospeso in cui la morte è un contrappunto sempre presente: immense stanze deserte, il buio della foresta, i letti sporchi e consunti dei nani, fanno da sfondo alla sua solitudine.
Nella fiaba di Biancaneve pare esserci qualcosa che sta costantemente in bilico tra due opposti: vita/morte, lusso/povertà, immacolato/impuro sono i binomi su cui si innesta tutto l’impianto narrativo.
La rilettura operata da Trickster-p non vuole essere un percorso di tipo museale che riproduce pedissequamente gli ambienti del racconto, ma piuttosto una sorta di viaggio attraverso gli aspetti più intimi e reconditi della fiaba stessa che crei passaggi condivisi – e condivisibili – in cui ogni singolo spettatore possa interagire attraverso il proprio personale immaginario.
Ben lontana dalle pin up dei nostri giorni, Biancaneve ha qualcosa di diafano, una sorta di bellezza fragile e un po’ macilenta: corpo perfetto, ma già cadavere predestinato. Ma è precisamente in questa sua disperata perfezione, in questa sua silenziosa immobilità, che è – e resta – una fiaba di una modernità disarmante.
Crediti
Concetto e realizzazione
Dramaturg
Simona Gonella
Design
Mike Brookes, Trickster-p
Spazio sonoro
Luis Fernandez, Trickster-p
Editing
Davide Perucconi
Produzione
Trickster-p
Co-produzione
Migros-Kulturprozent, Teatro Sociale Bellinzona, far° festival des arts vivants - Nyon, Theater Chur, Schlachthaus Bern, TAK Theater Liechtenstein - Schaan
Con il sostegno di
Pro Helvetia – Fondazione svizzera per la cultura
DECS Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos
Migros-Kulturprozent
Ernst Göhner Stiftung
Fondation Nestlé pour l’Art
Landis & Gyr Stiftung
Oertli Stiftung
Bürki Stiftung
Press review
Süddeutsche Zeitung (Deutschland)
[...] Das Stück B von Trickster-p schleust je einen Besucher durch eine Schneewittchen-Geschichte ohne Schauspieler und Plot. Unterschiedlich grosse Haufen aromatischer Erde darin, echte Fliegen, eingeschweisste Fleischbrocken, das Geräusch eines Schusses oder sieben Paar Schuhe auf dem Boden weisen dabei oft in andere Richtungen als das Wort. Umso mehr ist die Imaginationskraft gefordert, mit der sich jeder Einzelne Brücken zwischen Optik und Akustik baut.
Abendzeitung (Deutschland)
[...] Wie das Tessiner Performance-Duo Trickster-p in ihrer mit dem Buchstaben B betitelten Tour Motive aus Schneewittchen zu einem 35-minütigem Psychotrip für Einzelgänger verwandelt hat, ist schon ein wunderbar morbides Vergnügen. Statt in eine Märchennacherzählung gerät man durch eine Mädchenstimme auf den Kopfhörern in einen assoziativen Bewusstseinsstrom hinein, in dem die Sehnsucht nach der toten Mutter immer wieder anklingt und die sieben Zwerge geisterhaft herumschwirren, wirklich herumschwirren: in Gestalt von sieben Fliegen in einem dumpf beleuchteten Alptraumraum von ebenfalls klaustrophobischer Enge. Vor allem geht es dem Kollektiv darum, jeden Einzelnen in einen anderen, dunklen Kosmos hineinzuführen, hin zu einer sinnlichen Erfahrung.








